Alla Memoria di F.J
"Essere fedele a quelli che sono morti, è vivere poiché avrebbero vissuto." E farli vivere con noi. E trasmettere il loro viso, la loro voce, il loro messaggio, agli altri. A fili, ad una sorella, ad un fratello, a sconosciuti, agli altri, quale qu sia. E la vita troncata dei dispersi, allora, germinerà senza fine ".
" Martin Gray"in "El libro della vita"
Questo blog non esisterebbe se non fosse morto a 26 anni di un cancro il 24 ottobre 2005.
Quindici mesi tra speranza e disperazione.
Accettando la malattia senza rinunciare a combatterla, è morto in pace, staccato del suo corpo.
Era un nipote attento, fili "età tenera e testa di legno", un grande fratello protettivo e sommergendo, un papà "gallina", un amant passionale, e per sua potes, humaniste.
Questo blog è soprattutto un omaggio all'uomo che era. Gradiva la troppa vita perché mi accontenti di un requiem. Épicurien informato, aveva, tra altri, il senso dell'umore e dell'dérision.
Era raro, è diventato eccezionale.
La sua morte mi ha causato del dolore e del dispiacere. Poi col passare dei mesi, ho vietato impietosirmi sulla mia sorte. Per aiutarmi, mi sono attaccato a ricordarsimi tutto ciò che ha dato e così lo custodisco nei miei atti, nel mio modo di pensare, nel mio tutto mio essere ora, e come direbbe l'altro, non è necessario per essere triste di lui avere perso ma essere esso si dilettò avere saputo.
Nonostante tutto, lui accade di nuovo a me per gridare in silenzio e piangere durante il mio sonno... L'inconscio non fa una selezione e L'indica la notte, come un barometro misura la pressione di aria, lo stato di Suo mentale!
N.B: Voleva che mi investa per i giovani nel calcio, una delle mie passioni. È FATTO!
A tutta sua "potes", a tutti i suoi fratelli: (Canzone dei rappeurs a Nico)
Ne approfitto per ringraziarli di tutte le vostre attenzioni e del vostro aiuto. Ho ammirato il vostro coraggio per affrontare l'inevitabile, ne occorreva per fare fronte al timore, la vera, ma non avete rinunciato voi sono ritornati accompagnarla, accompagnarli. Ho visto uomini nascere dinanzi allo sconosciuto; Nicolas ci ha dato la forza di accettare l'inaccettabile e con la vostra presenza, il vostro amore, il vostro dispiacere, la vostra compassione, vi avete attuato con successo tutti insieme affinché parta in pace. Grazie.
Il colpo di bocca di Evelyne:
Nicolas sono i miei figli.
Morte? non, presente per me.
Assente della mia vita quotidiana, ma quanto presente nella mia vita interna, più ricca che mai.
Nicolas come le mie due figlie, fa parte integrante di questa vita che non ha frontiere.
L'amore è così, senza frontiere: perché la morte toglierebbe questa possibilità di gradire esserla scomparsa?
L'amore vero è incondizionato, non chiede nulla in cambio e nel caso presente, appare come infinito ed universale.
Ciò, lo considero fortemente come Nicolas lo aveva capito bene prima di me.
Alcuni giorni prima della sua morte, Nicolas ha auspicato che io relaie suono messaggio: "mamma, dice il loro che i pregiudizi non devono essere più".
Ha chiesto di lasciare ai suoi parenti, questo modo di vedere e gradire gli altri.
Modo che ha sempre adottato durante la sua breve vita.
L'amore era il suo motore.
Penso che la sua fine di vita abbia illuminato e sostenuto il suo ambiente.
La sofferenza fisica era scomparsa, che lascia posto alla serenità.
La pompa a morfina non serviva più ed un tipo d'eccellente-coscienza era là.
Nicolas è restato alla casa, come la ha desiderata, in cure palliative durante molte settimane.
Scambi fisici, toelette, massages, scambi verbali, memorie e perdoni.
Cosa dire?
Una forza, della dignità e dell'amore.
Grazie Nicolas di avercidatci la possibilità di vivere questi scambi che la hanno aiutata e che la aiutano ancora ad accettare la ta morte.
Vorrei fare comprendere a altro che il timore della morte è temibile, molto più temibile che la morte stessa.
Accompagnare un essere caro in questi momenti dovrebbe restare un atto naturale d'amore.
Perché di occupandoseli, i pubblici poteri non si attaccano a fare riconoscere la morte come un passaggio costretto, e non deteriorando che occorre nascondere come per ricambiare la realtà?
Perché questo timore?
Perché tanti esseri malati muoiono soli, senza i loro parenti ai loro lati?
Non arrivo a comprendere.
Quale istruzione superficiale abbiamo avuto! Quale egoismo! Quale mancanza d'apertura!
Osserviamo! apriamo gli occhi!
Perché rifiutare di vedere l'inevitabile?
Sì, la morte esiste, sì, perdere qualcuno di parente fa soffrire, sì, sì.
Ma quando caressé il corpo straziato, quando si è attenuata la sofferenza fisica e morale con la presenza, quando ci si è dati reciprocamente dell'amore, il dolore si trasforma.
Si trasforma con la credenza che quest'amore resterà fino alla nostra morte. È -ce ciò la vita eterna? ne non so nulla.
Ciò che so, è che se non avessi accompagnato Nicolas fino al suo ultimo sospiro, non avrei potuto avere questa credenza che la aiuta a vivere la mia vita.
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